Non senza emozione affiora il ricordo della fondazione del Distretto AeroSpaziale della Sardegna (DASS) avvenuta il 15 Ottobre 2013 su impulso del Presidente della Regio- ne Autonoma della Sardegna Ugo Cappellacci e per volontà di sei istituzioni pubbliche: Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Centro di Ricerche Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna (CRS4), Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), Sardegna Ricerche, Università di Cagliari, Università di Sassari; e nove soggetti privati: Aermatica SpA, Centro Sviluppo Materiali SpA, Geodesia Tecnologie Srl, Innovative Materials Srl, Intecs SpA, Opto Mate- rials Srl, Poema Srl, Space SpA, Vitrociset SpA.
Questo obiettivo è stato ottenuto in uno scenario che almeno inizialmente non ne prevedeva il relativo raggiungimento. Infatti, le prime interlocuzioni con il decisore politico in carica ed in particolare con il dott. Francesco Manca, che allora prestava la sua opera presso il Gabinetto del Presidente Cappellacci, ebbero come argomento l’analisi della possibilità di reperire adeguate risorse finanziarie per la prosecuzione di un progetto denominato COSMIC, finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana nel 2009 e terminato nel 2012, che aveva consentito il deposito di due domande di brevetto internazionale relative a tecnologie per l’esplorazione dello spazio profondo. Si riteneva che una decina di milioni di euro distribuiti su tre annualità potessero consentire di procedere con le attività di progettazione, sviluppo e realizzazione di dimostratori terrestri delle tecnologie brevettate, dall’Università di Cagliari, dal CRS4 e dalla stessa Agenzia Spaziale, che si riferivano sia al processo di realizzazione di elementi strutturali su Luna, Marte e Asteroidi mediante lo sfruttamento di materiali disponibili in-situ e segnatamente il suolo di tali corpi celesti sia a quello di produzione di sostanze quali, ossigeno, acqua, monossido di carbonio, ammoniaca, fertilizzanti azotati e biomassa edibile, utili al sostentamento degli astronauti durante le missioni spaziali permanenti sul pianeta rosso. Nonostante nell’autunno del 2012 le risorse finanziarie richieste non fossero disponibili, si ritenne utile e opportuno valutare la fattibilità della creazione di un distretto aerospaziale regionale che avrebbe potuto attrarre la necessaria massa critica di attori pubblici e privati capace di innestare sul territorio isolano questo importante comparto industriale. Nel dicembre 2012 venne conseguentemente nominato dalla Giunta Regionale il comitato promotore del distretto aerospaziale della Sardegna nelle persone di Francesco Manca, con funzioni di Coordinatore, Giacomo Cao con funzioni di vice-coordinatore, Maria Paola Corona, Nicolò D’Amico, Daniela Pani e Stefano Piras. In meno di dieci mesi, il comitato fu in grado di individuare sei soggetti pubblici e nove privati, già citati precedentemente, che erano disponibili a sottoscrivere lo statuto proposto che prevedeva, e a tutt’oggi ancora prevede, che il distretto aerospaziale della Sardegna, con scopo consortile, mutualistico e non lucrativo, fosse finalizzato a sostenere, attraverso le proprie competenze scienti- fiche e tecnologiche, l’attrattività di investimenti in settori produttivi ad alta tecnologia, a contribuire al rafforzamento delle competenze tecnico-scientifiche dei Soci, nonché a rafforzare il sistema della ricerca regionale sarda, nazionale e internazionale. Al distretto venivano statutariamente affidati fin dall’inizio i seguenti obiettivi strategici: creare le condizioni per uno sviluppo e crescita delle imprese sarde del settore; favorire la nascita di nuove realtà industriali, anche attraverso una forte incentivazione alla collaborazione tra PMI e il sistema della ricerca; orientare e, ove possibile, potenziare la capacità di fornire sistemi e prodotti con forti capacità di integrazione per spostarsi nella parte a più alto valore aggiunto della filiera produttiva; cogliere le opportunità di collaborazione strutturale con i principali attori a livello globale, a partire dalle fasi introduttive di nuovi progetti; individuare e sostenere programmi di ricerca funzionali agli obiettivi del distretto, concentrando le risorse su settori tecnologici ben identificati e capaci di garantire occupazione e sviluppo; modernizzare, sviluppare e potenziare le fonti delle forniture e il sistema delle infrastrutture; incentivare la collaborazione con altri territori; promuovere e sostenere attività di formazione professionale e alta formazione per il settore aerospaziale; sviluppare iniziative di internazionalizzazione e politiche di marketing.
Gli strumenti per il raggiungimento di tali obiettivi si configurano nello svolgi- mento, diretto o indiretto, di ogni iniziativa ritenuta opportuna per favorire la nascita, lo sviluppo e l’insediamento sul territorio della Regione Sardegna di imprese nel settore aerospaziale. Al fine di potenziare le reti di collegamento volte a favorire e valorizzare la scelta strategica di ricerca, innovazione e competitività, il distretto ha la facoltà di porre in essere iniziative mirate a: stimolare il rafforzamento e la sinergia delle attività di ricerca e sviluppo dei Soci consorziati; sostenere lo sviluppo di strutture nuove o esistenti di ricerca e sviluppo di imprese nazionali e internazionali; avviare nuove iniziative imprenditoriali o sviluppare ulteriormente quelle esistenti afferenti al settore oggetto del distretto; trasferire conoscenze tecnologiche alle aziende operanti nell’area del distretto; creare i presupposti per il rientro di tecnici qualificati o ricercatori oggi operanti in aree diverse; attrarre e formare personale tecnico e di ricerca di elevata qualità; rafforzare la rete nazionale dei distretti tecnologici.
Per raggiungere questi obiettivi il distretto può sviluppare le seguenti azioni: impiantare, ampliare e sviluppare strutture idonee e qualificate per lo svolgimento di attività di ricerca scientifico/tecnologica e produttiva, derivanti anche da spin-off di attività di ricerca; elaborare il piano per l’utilizzo, da parte dei Soci consorziati e da soggetti terzi, delle strutture realizzate; gestire le strutture nello loro parti comuni e gestire i rapporti con i Soci consorziati e i soggetti terzi – per le parti occupate dagli stessi – per le specifiche attività di ricerca e sviluppo; elaborare le linee strategiche di indirizzo per tutte le attività del DASS, attraverso studi di trend tecnologici e di identificazione dei settori a più alto potenziale di sviluppo; promuovere progetti che si propongano l’obiettivo di creare nuove imprese o di rafforzare imprese esistenti, nonché sostenere progetti di ricerca e/o di insediamento produttivo presentati autonomamente dai Soci e da essi realizzati; pro- porre per conto dei Soci, presso gli organismi competenti, sia nazionali sia internazionali, progetti di ricerca e sviluppo, demandando a questi ultimi la loro attuazione; promuovere e curare la formazione a forte specializzazione tecnologica di ricercatori, tecnici e operatori nel settore di interesse, attraverso le strutture della Società e quelle dei Soci o di altre primarie istituzioni; avviare e gestire iniziative atte alla valorizzazione e allo sviluppo del distretto; agire da interfaccia operativa verso Istituzioni e soggetti terzi per le iniziative che coinvolgono la compagine societaria nel suo insieme; erogare servizi per conto terzi nei settori di propria competenza; partecipare, anche in collaborazione con soggetti terzi, a programmi di ricerca e sviluppo; promuovere le competenze tecnologiche degli attori del distretto stesso; promuovere la creazione di strutture di ricerca collegate con l’obiettivo di accrescere il livello tecnologico del distretto; incentivare e promuovere iniziative imprenditoriali ritenute meritevoli tramite la costituzione, la promozione o la gestione di un fondo di venture capital anche di soggetti terzi; fungere da supporto alla definizione delle strategie di promozione e sviluppo dell’aerospazio in Sardegna.
È opportuno ricordare che la nascita del distretto segue di circa un mese l’inaugurazione del Sardinia Radio Telescope in territorio di San Basilio, infrastruttura che insieme a quelle che fanno capo al Poligono Interforze di Salto di Quirra (PISQ) unitamente agli aeroporti minori di Fenosu e Tortolì come pure alle numerose aviosuperfici presenti nel territorio isolano costituiscono un patrimonio unico nel Paese che potrà consentire lo sviluppo del comparto aerospaziale nell’isola come di fatto accaduto in questi primi dieci anni di attività.
La struttura del distretto si articola fin dalla sua fondazione in un consiglio di amministrazione che opera in assenza di emolumenti e di cui hanno costantemente fatto parte, essendo stati riconfermati dall’assemblea dei Soci, Giacomo Cao, con funzioni di presidente, Piergiorgio Lorrai e Walter Matta con funzioni di vicepresidente, Carlo Vadilonga e Nicolo D’Amico fino alla sua prematura scomparsa avvenuta nel settembre 2020 mentre ricopriva anche il ruolo di presidente dell’INAF. Non si ritiene di esagerare nelle valutazioni se si sottolinea che senza l’opera e la dedizione del prof. D’Amico, sostituito quale consigliere di amministrazione del distretto da Emilio Molinari, il Sardinia Radio Telescope molto probabilmente non avrebbe mai visto la luce. Questo aspetto, unita- mente all’assenza, ci si augura solo temporanea, di occasioni evocative dell’operato an- che scientifico dell’eccellente collega dell’Ateneo cagliaritano, hanno spinto a dedicare almeno in parte questi primi dieci anni di vita del DASS alla figura del Prof. D’Amico mediante un significativo ricordo da parte dei collaboratori con cui ha conseguito alcuni dei risultati più rilevanti e prestigiosi. L’articolazione del distretto prevede inoltre un comitato tecnico-scientifico coordinato da Daniela Pani e composto da Richards Byron, Danilo Liberatore, Mauro Marcellino, Antonella Pantaleo, Chiara Pedersoli e Angelo Perilli come pure una consulta territoriale di cui fanno parte i rappresentanti della Regione Autonoma della Sardegna, dei comuni di Cagliari, Oristano, Perdasdefogu, San Basilio, Tortolì, Villaputzu, Villasor e dell’ENAC. Infine, sempre con riferimento alla struttura operativa, si sottolinea che il distretto opera con soli due dipendenti assunti a tempo indeterminato, Alessandro Soggiu e Nicola Manca in ordine di anzianità di servizio, senza i quali tutte le attività svolte in questi primi dieci anni non si sarebbero mai potute espletare. Da segnalare infine, ancorché non meno importante, la figura del consulente Antonello Melis che ha seguito il distretto fin dalla sua fondazione sotto il profilo fiscale e più in generale ha svolto un ruolo di significativo supporto nella gestione di aspetti contrattuali e legati alle partecipazioni societarie.
La numerosità dei Soci del distretto ha subito tangibili variazioni nel corso del suo primo decennio di vita mediante cessioni, acquisizioni di rami d’azienda e aumenti di capitale sociale, ad oggi pari a 99112 euro, avvenuti a partire dal 2014 fino a raggiungere allo stato attuale la seguente configurazione costituita da cinque soci pubblici: CNR, CRS4, INAF, Università di Cagliari, Università di Sassari; e ventotto privati: Accademia Sapr, Aermatica SpA, Aeronike Srl, Avio SpA, Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (CIRA), Centro Sviluppo Materiali Rina Consulting SpA, Drone Lab Srl, Fondazione di Sardegna, Gem Elettronica Srl, Geodesia Tecnologie Srl, Innovative Materials Srl, Karalit Srl, Leonardo SpA, Lion Consulting Srl, MR8 Srls, Nemea Sistemi Srl, New Value Solutions Italia Srl, Novaeka Srl, Nurjana Technologies Srl, Oben Srl, Opto Materials Srl, Poema Srl, Soliani EMC Srl, Space SpA, Spacearth Technology Srl, Stam Srl, 3DAerospazio Srls, Uavitalia Srl. Appare importante sottolineare non solo che la numerosità dei Soci sia più che raddoppiata rispetto al valore iniziale ma anche il fatto che la rilevanza di alcuni nel comparto aerospaziale nazionale e internazionale abbia consentito, come si vedrà nel seguito, di attuare brillantemente numerosi e significativi obiettivi previsti dallo statuto del distretto. Al momento quest’ultimo detiene partecipazioni in due realtà societarie quali il Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio e la Fondazione Novitas 4.0 a partire rispettivamente dal 2014 e dal 2020.
A seguito della sua costituzione e delle usuali incombenze burocratiche tipiche di qualunque neonata società di capitali, pur senza dipendenti che arriveranno soltanto nel 2017 e nel 2018, il Consiglio di Amministrazione e l’Assemblea dei Soci, tenendo conto sia delle competenze tecnico-scientifiche dei Soci stessi al momento presenti sia delle condizioni al contorno di tipo infrastrutturale già sottolineate precedentemente, identificarono le seguenti principali linee progettuali: realizzazione di servizi avanzati di protezione civile e ambientale, per la sicurezza dei cittadini e il monitoraggio, previsione e gestione delle condizioni dell’ambiente terrestre, marino e atmosferico, attraverso lo sviluppo di programmi user-driven e utilizzo delle informazioni fornite dai dati di misura- zione (GPS e Galileo), di osservazione terrestre (satelliti sentinella dell’Unione Europea), di DVB e telecomunicazione satellitare, dalle misure in situ e dai modelli previsionali; sviluppo di una piattaforma di test, validazione e certificazione, regionale permanente (Unmanned Test Range), per sistemi aerei e acquatici a pilotaggio remoto di qualunque tipo e dimensione che fruisca sia delle infrastrutture già disponibili sul territorio della Sardegna, sia dei già definiti corridoi di spazio aereo segregati; sviluppo di nuove tecnologie per l’esplorazione robotica e umana di Luna, Marte e Asteroidi, incluse le implica- zioni biologiche e mediche come pure le sperimentazioni su volo parabolico e stazione spaziale orbitante; sviluppo di materiali e tecnologie innovative per l’astronomia e l’aerospazio, tra cui sistemi avanzati di bordo per l’aeronautica; sviluppo di un sistema per la sorveglianza, il tracciamento e la predizione delle rotte di oggetti orbitanti intorno alla Terra (detriti spaziali, microasteroidi, ecc.), con lo scopo di aumentare la sicurezza del patrimonio orbitante; supporto alla nascita di un centro di Space Situational Awarness (SSA) e di Space Surveillance and Tracking (SST) nazionale, in collaborazione con gli altri centri europei, e definizione di una appropriata sede della sala operativa nel territorio della Sardegna.
Non senza rammarico, sebbene attenuato da una semplice analisi di costume patrio, si ritiene di dover sottolineare che la nascita del distretto fu vista inizialmente da più parti, anche coinvolte nel comparto aerospaziale italiano, come un’iniziativa senza gambe e senza futuro, frutto di una visione irrealizzabile e al limite della follia. Questi atteggiamenti non hanno fatto altro che infondere nei protagonisti coinvolti ulteriori dosi di coraggio, che pure non mancava, basate sulla convinzione, tutt’ora presente, che anche la Sardegna possa e debba fornire un valido contributo al sistema aerospaziale nazionale senza sovrapporsi ad altre realtà territoriali ma identificando competenze e infrastrutture univoche rispetto al resto del Paese da mettere a sistema come accade in tutti gli Stati evoluti. Pertanto, di seguito verranno descritti e analizzati i principali risultati conseguiti, nel suo primo decennio, dal distretto e dai Soci che hanno ritenuto utile e opportuno coinvolgere il distretto stesso nei propri percorsi di crescita e investimento oltre che di ricerca e sviluppo.
In questa carrellata, non si può non partire dal fatto che a poco meno di un anno dalla fondazione del distretto e precisamente nell’aprile 2014, due aziende di grande prestigio del comparto aerospaziale, Alenia Aermacchi e Piaggio Aero Industries, vennero accolte nella compagine societaria del distretto a norma di statuto. Nonostante le stesse non perfezionarono successivamente il relativo ingresso tra i Soci del distretto, anche in relazione a importanti evoluzioni societarie occorse nel frattempo, si ritiene importante sottolineare la capacità di attrazione di nuove realtà che era solo all’inizio come sarà descritto nel seguito.
Nel marzo del 2015, il distretto si dota del proprio logo commissionandolo a Pinuccio Sciola al quale si è ritenuto doveroso dedicare un capitolo di questo libro. Il logo, battezzato dallo stesso Maestro con il titolo “Lo spazio è memoria” si riferisce specifica- mente alle sue notissime pietre sonore apprezzate a livello internazionale che “non sono mai mute e sorde ma racchiudono memorie e suoni simili a quelli che gli studiosi dello spazio trovano sui pianeti”. Val la pena soffermarsi su queste considerazioni non solo per sottolineare che senza la profonda amicizia che legava Daniela Pani al Maestro scomparso sarebbe stato pressoché impossibile che un artista di tale fama si dedicasse alla realizzazione del logo del distretto, ma anche per ricordare l’esperienza quasi mistica di ascoltare il suono di tali pietre nella lolla dell’abitazione dello stesso Pinuccio e, successivamente, di recepirne la fortissima similitudine con i suoni emessi dai pianeti, disponi- bili in rete attraverso le registrazioni di sonde lanciate per esplorare lo spazio profondo. Nel maggio del 2015, il distretto sottoscrisse un accordo di collaborazione con Meridiana Maintenance allo scopo di partecipare a progetti di ricerca aerospaziale con- giunti con impatto specifico sull’aviazione civile, ma non solo, anche al fine di cogliere opportunità di business e maggiore visibilità sul mercato. L’accordo non avrà particolare seguito nonostante gli sforzi di individuare percorsi di comune interesse.
Nel giugno del 2015, Avio SpA, nel frattempo entrata della compagine societaria, ritiene di voler affidare al distretto la sua prima commessa che prevedeva la realizzazione di inserti con materiali speciali per il VEGA, il lanciatore spaziale sviluppato e prodotto dalla stessa azienda. Si tratta di un’attività che il distretto portò avanti con l’ausilio dei Soci Università di Cagliari e Innovative Materials Srl che dispongono di una tecnologia molto avanzata a livello internazionale per l’ottenimento di materiali ceramici resistenti alle altissime temperature dell’ordine di 2000 gradi centigradi anche in presenza di ossigeno. Ulteriori commesse furono assegnate dal socio Avio al distretto negli anni 2017, 2019, 2020 e 2021 per attività legate sia allo sviluppo di tecnologie di produzione del materiale composito carbonio/carbonio anche mediante approcci modellistici sia al monitoraggio del pennacchio di emissione che si sviluppa durante i test dei motori di razzi a propellente liquido.
In corrispondenza dei primi due anni di vita del distretto, ovvero ad ottobre del 2015, insieme ai Soci vengono predisposte e presentate alla stampa numerose proposte progettuali, nel solco delle linee di attività delineate e già descritte, che cubavano globalmente oltre 230 milioni di euro. Con questa iniziativa il distretto intendeva rappresentare il punto di riferimento regionale per il settore Aerospazio, che nel frattempo era stato inserito nella strategia di specializzazione intelligente del Programma Operativo Regionale 2013-2017. Questo aspetto non è trascurabile. Infatti, nel febbraio 2014 ad un governo regionale di centro-destra presieduto da Ugo Cappellacci, che aveva dato impulso alla nascita del distretto, fece seguito un governo di centro-sinistra guidato da Francesco Pigliaru. Le logiche della politica non garantivano che il distretto, e più in generale l’aerospazio, potessero essere recepiti con la stessa sensibilità dalla nuova coalizione al punto di inserire tale tematica nelle strategie regionali di specializzazione intelligente. Questo obiettivo fu invece raggiunto con grande soddisfazione anche del vice-presidente e assessore al bilancio Raffaele Paci, con il quale le interlocuzioni erano particolarmente frequenti, in quanto fin dalla sua fondazione il distretto aveva perseguito la strategia di far conoscere le possibili linee di sviluppo legate al comparto aero- spaziale da far decollare in Sardegna sia a tutte le forze politiche presenti in Consiglio Regionale sia a tutti i Sindaci dei territori che potevano essere proficuamente coinvolti da tali iniziative come pure alle rappresentanze datoriali e sindacali che avevano mostrato forte interesse.
È utile sottolineare che i progetti predisposti, cruciali per la crescita e lo sviluppo del settore anche in Sardegna, con evidenti ricadute in chiave occupazionale, non hanno alcuna relazione con scenari bellici neppure simulati e sono completamente rispettosi di tutti i limiti imposti dalle leggi vigenti in materia ambientale. Tali sottolineature, che non devono apparire come mere enunciazioni di principio, si innestavano in uno scenario purtroppo poco rassicurante che vedeva le compagini antimilitariste identificare il distretto, ed in particolare il relativo rappresentante legale, come potenziale strumento volto a supportare la presenza delle cosiddette servitù militari nell’Isola. Sebbene tali posizioni si siano significativamente affievolite anche a seguito di specifici episodi di cui si tratterà in seguito, si ritiene doveroso cogliere l’occasione di ringraziare le istituzioni preposte che, attraverso il personale appositamente dedicato, hanno costantemente prevenuto qualunque degenerazione.
In linea con le principali linee progettuali del distretto, nel febbraio 2016 si procedette a sottoscrivere un accordo con l’Associazione Culturale “Italian Mars Society Italia” con l’obiettivo di collaborare alla costruzione di un centro di ricerca avanzato dedicato all’esplorazione di Marte e dello spazio anche facendo leva sulle competenze di alcuni Soci del distretto che fin dal 2009 avevano approfondito questi temi depositando alcune domande brevettuali.
Il fatto che il DASS stesse raggiungendo importanti livelli di visibilità nel panorama aerospaziale nazionale fu dimostrato dall’invito a partecipare attivamente all’evento “Il volo ipersonico tra competizione tecnologica e cooperazione. Il ruolo dell’Italia” tenutosi nel maggio 2016 presso la sala funzionale della Presidenza del Consiglio alla presenza dell’allora Sottosegretario di Stato alla Difesa, On. Le Domenico Rossi. L’intento dell’evento era quello di approfondire la riflessione sulla possibilità, sempre più concreta, di ridurre drasticamente i tempi per raggiungere punti antipodali sulla superficie terrestre (Roma – Sydney in due ore) ed esplorare il potenziale italiano del settore. Giova ricorda- re che questi temi sono stati anche oggetto della sottoscrizione nell’aprile 2016 di un accordo di collaborazione con il Center for Near Space dell’Italian Institute for the Future.
Ulteriore occasione da non dimenticare in questo scenario è stato l’incontro tra il distretto e l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) Luca Parmitano avvenuto nel maggio 2016 durante il quale emerse che la stessa agenzia aveva recentemente costituito il direttorato per l’esplorazione scientifica e robotica con il chiaro intento di supportare l’importante obiettivo annunciato dall’allora direttore generale Jan Woerner di realizzare una base permanente sulla Luna, definita Villaggio Lunare, che rappresenterà un avanzamento significativo nell’esplorazione dello spazio profondo. Non è quindi un caso che a partire dai mesi successivi all’incontro con l’astronauta Parmitano il distretto abbia iniziato un percorso, lungo circa quattro anni e burocraticamente piuttosto tortuoso, di acquisizione di due domande di brevetto legate all’esplorazione dello spazio profondo concepite nell’ambito del progetto COSMIC già citato rilevandone, gratuitamente, l’intera proprietà dall’Università di Cagliari, dal CRS4 e dalla stessa Agenzia Spaziale. Nel corso degli anni i brevetti sono stati concessi in Cina, Europa, Giappone, India, Russia e Stati Uniti d’America ed ora costituiscono un significativo patrimonio non solo culturale che si auspica di poter mettere a frutto. Occorre rimar- care a questo proposito che il mantenimento dei diritti sui brevetti comporta esborsi finanziari che il distretto è stato in grado di sostenere grazie all’aiuto del socio Fonda- zione di Sardegna che si coglie l’occasione di ringraziare ancora una volta per l’importante misura adottata nel corso di questi anni. Queste considerazioni fanno emergere il tema dell’individuazione di adeguate forme di supporto pubblico al mantenimento in vita delle domande di brevetto a favore di imprese start-up o di piccole dimensioni che senza specifiche risorse rischiano, a valle del deposito, di vedere dilapidati patrimoni di conoscenza che dovrebbero invece essere ampiamente tutelati a favore dell’intero sistema Paese.
Il distretto ha cercato e trovato anche partnership internazionali di altissimo li- vello. Infatti, nel luglio del 2016 ha siglato con il colosso europeo Airbus Defence and Space un accordo quadro triennale per studiare e poi sperimentare un sistema inerziale, capace di riconoscere la posizione di un oggetto in qualunque punto della calotta terrestre sfruttando l’asse di rotazione della Terra, da rendere disponibile su velivoli anche senza pilota. L’attività dei soci Lion Consulting e Gem Elettronica è risultata cruciale per la sottoscrizione dell’accordo ed ha consentito inoltre di presentare nel gennaio 2019, grazie all’imprescindibile supporto del distretto, un importante progetto denominato BAT che ha visto appunto la partecipazione del colosso europeo Airbus oltre alla società maltese Wes Trade. Il programma dell’evento di presentazione del progetto ha previsto una serie di interventi a cominciare da quello dell’allora Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, che ha rappresentato il Governo italiano ed ha valutato il progetto come estremamente rilevante per tutto il settore dell’aerospazio, sottolineando il valore politico-territoriale della stessa iniziativa che sarà sviluppata in ambito civile anche mediante l’utilizzo di infrastrutture militari presenti in Sardegna. Il Primo Ministro della Repubblica di Malta, Joseph Muscat, ha successivamente evidenziato le molteplici prospettive di cooperazione tra le due isole auspicando che possano approfondirsi sempre di più, soprattutto in settori ad alta innovazione. L’Ambasciatore della Repubblica di Malta in Italia Vanessa Frazier, si è quindi soffermata sul ruolo determinante svolto dalla diplomazia quando si tratta di cooperazioni internazionali. Il Presidente della Camera di Commercio e Industria maltese Frank Farrugia ha sottolineato il ruolo imprescindibile delle Camere di Commercio per approfondire la cooperazione e offrire opportunità alle aziende dei rispettivi Paesi.
L’iniziativa progettuale da poco più di 8 milioni di euro, cofinanziata dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalla Regione Sardegna, ha l’obiettivo di migliorare gli attuali sistemi di navigazione aerea basandosi su un approccio multisensoriale e su rilevazioni inerziali, ossia valutando alcuni importanti parametri di volo come la posizione geografica e sfruttando nei relativi calcoli la rotazione dell’asse terrestre, consentendo in tal modo una navigazione affidabile anche in assenza di segnale GPS. Si puntava a realizzare un sistema di fabbricazione europea volto a migliorare sensibilmente i parametri chiave di posizionamento, orientamento, accelerazione e velocità correlati alle attività di volo di un UAV, aeromobile a navigazione senza pilota. Nonostante il positivo impatto mediatico legato alla presentazione del progetto e l’apertura da parte delle aziende coinvolte di appositi uffici in Sardegna, l’iniziativa ha stentato a decollare per molteplici ragioni che sarebbe tedioso riassumere. L’auspicio è che nella parte finale dell’anno in corso si possano riprendere le fila di un progetto di grande rilevanza che possa vedere la Sardegna protagonista anche attraverso il DASS.
La capacità di attrazione di risorse private nell’isola che si è concretizzata ad esempio con il progetto BAT precedentemente descritto non può prescindere dal pieno supporto dei decisori politici in carica che nell’agosto Agosto 2016 hanno riconosciuto l’importanza del distretto in questo scenario ed hanno pertanto siglato un protocollo d’intesa che contempla attività di supporto alle politiche regionali nel settore e di ricerca, studi e sviluppi finalizzati alla realizzazione di progetti di ricerca, innovazione e potenziamento infrastrutturale nel settore aerospaziale.
L’attenzione della Giunta Pigliaru alle attività del distretto si è inoltre materializzata nel novembre 2016 attraverso la concessione di un contributo di risorse finanziarie pari a seicentomila euro finalizzato al rafforzamento delle competenze tecnico-scientifiche del distretto stesso utilissime per dare piena attuazione al protocollo d’intesa precedentemente menzionato.
La scelta della Giunta Pigliaru di inserire l’aerospazio all’interno della strategia di specializzazione intelligente regionale si è successivamente concretizzata nel luglio 2017 con l’emissione di un bando che impiegava cinque milioni di euro di risorse pubbliche sulla base delle seguenti priorità tematiche e ambiti tecnologici: a) piattaforme unmanned (droni) e payload (sensori) per applicazioni civili e duali; b) sorveglianza dello spazio, con lo scopo sia di aumentare la sicurezza del patrimonio orbitante (quali ad esempio i satelliti e le stazioni orbitanti), sia di offrire ad utenti istituzionali (agenzie spaziali e istituzioni preposte alla sicurezza nazionale) e privati (operatori satellitari) informazioni rilevanti per la sicurezza dei loro asset; c) monitoraggio ambientale e del territorio basato su tecnologie satellitari (GPS, Galileo, Copernicus); d) dispositivi elettronici analogico-digitali a microonde, dispositivi metrologici non a contatto, caratterizzazione di materiali alle altissime temperature e materiali attivi per la fotonica. Si ritiene utile e opportuno evidenziare che senza la presenza del distretto sul territorio, e in mancanza delle conseguenti azioni statutariamente previste, molto probabilmente il bando citato non avrebbe mai visto la luce. Inoltre, nonostante il distretto stesso non sia stato coinvolto nell’operatività dei progetti proposti in larga misura dai soci, questi ultimi sono stati capaci di confezionare dieci progettualità per oltre dodici milioni di euro che hanno richiesto un cofinanziamento pubblico di poco meno di nove milioni a fronte di una disponibilità prevista dal bando di cinque milioni. Nel gennaio 2018, dal momento che i progetti presentati sono stati valutati da parte di esperti anonimi con giudizi decisamente positivi, sono state stanziate ulteriori risorse pubbliche necessarie per il cofinanziamento dei progetti stessi che, successivamente avviati con la sottoscrizione dei necessari contratti, hanno visto l’epilogo nel 2022 a seguito della proroga con- cessa a causa del periodo pandemico. Sono stati quindi rappresentati pubblicamente i risultati ottenuti per farne comprendere la relativa rilevanza sotto il profilo scientifico e tecnologico come pure in relazione alle ricadute occupazionali che si sono avute con- sentendo in tal modo di rafforzare la presenza dell’isola nella “space economy” nazionale e internazionale.
A partire dal Novembre 2017, il distretto ha iniziato a fornire il proprio contributo in campo formativo nell’ambito del progetto Aerodron di concerto con l’agenzia formativa Insignia. Il progetto globalmente da settecentomila euro cofinanziati dalla Regione Sardegna attraverso l’avviso “Green & Blue Economy”, prevedeva di certificare, per la prima volta in Sardegna, piloti di droni con percorsi finanziati che potessero trovare adeguati impieghi nei settori dell’entertainment, della documentaristica, dell’edilizia, dell’archeologia, dell’industria e dell’agricoltura. Al progetto, rivolto a giovani fino ai trentacinque anni disoccupati e inoccupati, domiciliati e/o residenti in Sardegna di cu almeno il 45% donne, hanno partecipato con svariate modalità diversi soci, tra cui Geodesia Tecnologie, Oben, Nurjana Technologies, INAF, 3D Aerospazio e Poema, consentendo il raggiungi- mento di tutti gli obiettivi formativi previsti.
Dal momento che il tema della formazione è ritenuto particolarmente rilevante soprattutto in chiave sinergica con i soci istituzionalmente preposti a questi compiti, il distretto ha considerato strategico nel settembre 2020 l’ingresso, quale socio fondato- re, nella Fondazione Novitas 4.0, unica realtà ITS autorizzata dalla Regione Sardegna a operare negli ambiti dell’area “Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione”, con l’obiettivo di formare e certificare tecnici superiori in grado di intervenire nei settori dell’I- CT e di contribuire allo sviluppo delle aziende con competenze tecnologiche avanzate e altamente specialistiche. Sebbene il periodo pandemico abbia rallentato significativa- mente la fase di avvio della Fondazione, si ritiene che quest’ultima possa raggiungere, con il valido contributo del distretto, obiettivi formativi di alto profilo in uno scenario, anche nazionale, in cui gli ITS verranno sempre più valorizzati a vantaggio delle aziende coinvolte nei percorsi formativi che mirano alla creazione di occupazione specializzata.
A seguito dell’espletamento di due specifici bandi pubblici, il distretto, in cordata con il socio Aeronike, ha acquistato nel Novembre 2017, per il tramite della società FenAir Srl appositamente costituita, le quote azionarie della SO.GE.A.OR SpA, che ap- partenevano alla Provincia di Oristano, al Comune di Oristano, al Consorzio Industriale della Provincia di Oristano, alla SFIRS SpA e alla Regione Autonoma della Sardegna, acquisendo conseguentemente la disponibilità dell’aeroporto di Fenosu. Nonostante gli intendimenti fossero quelli di affrontare prioritariamente la situazione debitoria della SO.GE.A.OR e successivamente di riaprire l’infrastruttura all’aviazione generale per con- sentirne la fruizione da parte degli appassionati di paracadutismo, per l’effettuazione di test e conseguente certificazione di velivoli senza pilota come pure per la creazione di una base ideale per velivoli antincendio, di pronto soccorso e della protezione civile, nel dicembre 2018, il distretto ritenne utile e opportuno cedere al socio Aeronike la pro- pria quota di partecipazione nella società FenAir sia in relazione alla diversa visione sulle strategie da adottare per il rilancio delle attività emersa successivamente all’acquisizione sia al fine di superare la situazione di stallo gestionale che si era ormai venuta a creare. Nel giugno 2018, nel periodo quindi in cui il distretto era presente nella società di gestione dell’infrastruttura aeroportuale di Fenosu chiusa da circa un decennio, è stato possi- bile effettuare, anche grazie all’opera del socio MR8, attività di sperimentazione e test di un dispositivo di sicurezza al volo per elicotteri ad uso civile che sfrutta una tecnologia unica sul mercato messa in campo dalla società Curti. Nonostante siano trascorsi quasi cinque anni dal passo indietro del distretto rispetto alle vicende societarie della società di gestione dello scalo oristanese, le cronache non ne hanno registrato ancora la riapertura pur auspicata in molteplici occasioni dal distretto stesso anche in relazione alle progettualità da sviluppare che nel frattempo si andavano concretizzando.
Sebbene l’anno 2018 si sia chiuso con l’abbandono dell’infrastruttura di Fenosu appena descritto, molti obiettivi sono stati raggiunti a partire dal relativo mese di marzo durante il quale venne sottoscritto l’accordo quadro di durata quinquennale con il Ministero della Difesa per attività in campo spaziale e aerospaziale di tipo civile.
Nel protocollo, rinnovato per ulteriori cinque anni nel marzo 2023, i firmatari di- chiarano la propria disponibilità ad offrirsi reciproco supporto per le attività che verranno perseguite, anche attraverso strumenti quali: lo sviluppo di progetti di ricerca in settori tecnologicamente avanzati, l’organizzazione di conferenze, dibattiti, seminari e work- shop, la realizzazione di corsi di aggiornamento e riqualificazione, la promozione di per- corsi formativi anche con la presenza di docenti universitari, come pure l’organizzazione di visite e tirocini formativi.
Il protocollo apre la strada all’utilizzo di infrastrutture militari quali l’Aeroporto di Decimomannu/Villasor e il Poligono interforze di Salto di Quirra (PISQ) per portare avanti attività di tipo civile quali ad esempio lo sviluppo di uno spazioporto per voli suborbitali come pure il decollo della piattaforma italiana più evoluta per i test e le relative certificazioni di droni di qualunque dimensione e tipo, intendendo in quest’ultimo caso i velivoli ad ala fissa o rotante. Quest’ultimo obiettivo venne declinato nel progetto Sardinia UAV Test Range, finanziato nel luglio 2018 dalla Regione Sardegna con risorse pari ad un milione e duecentomila euro, a cui è dedicato un capitolo del libro.
In questo scenario collaborativo di rapportazione con il Ministero della Difesa, sebbene l’attività non sia legata direttamente al progetto appena citato, appare impor- tante ricordare che nel settembre 2018 il PISQ, di concerto con il DASS e i soci Vitrociset, acquisita dalla società Leonardo dal gennaio 2022, Università di Cagliari e 3DAerospa- zio, ha ospitato sperimentazioni di tipo civile per la specialità di paracadutismo “Speed Skydiving”, disciplina considerata lo sport non motorizzato più veloce al mondo. L’abilità dell’atleta, che si lancia in caduta libera da 4.000 metri, viene misurata da due strumenti, posti ai lati del paracadute, in grado di rilevare la velocità massima e media. Obiettivo dell’esperimento è quello di analizzare la postura dell’atleta durante il lancio per identificare i parametri biomeccanici rilevanti ai fini della prestazione. A tale scopo lo “skydiver” è stato dotato, in varie parti del corpo, di “marker” che riescono a identificare lo scostamento dei segmenti anatomici di arti superiori e inferiori dalla posizione “ideale”. Queste sperimentazioni esaltano il ruolo duale del PISQ rinnovando lo spirito originario che nel 1956 portò alla sua fondazione che inserì l’Italia nella corsa allo spazio facendo della Sardegna la culla della ricerca aero-spaziale italiana. Infatti, il rilevamento preciso della velocità e dell’assetto degli “skydivers” è stato reso possibile grazie all’impiego di sensori multipli Ottici/RF disponibili al PISQ, allo stato dell’arte in termini di risoluzione, velocità di ripresa e portata, nonché di sofisticati sistemi analisi di immagine, opportunamente configurati, calibrati e operati da personale tecnico di Vitrociset.
Il progetto Sardinia UAV Test Range, tutt’ora in corso in questo scenario di intera- zione con il PISQ, ha consentito d’altro canto di raggiungere interessanti risultati con il contributo determinante di alcuni soci. In particolare, nel settembre 2019, grazie al socio 3DAerospazio che ha coordinato le attività denominate SLAPP (Sclerosis Lifeline APP) ed ha sviluppato un puntatore oculare apposito e il relativo software, è stato possibile per la prima volta al mondo che un paziente affetto da Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) fosse in grado di pilotare dalla sua abitazione un drone presso l’aviosuperficie Aliquirra, ubicata nel Comune di Perdasdefogu e nella disponibilità del DASS nell’ambito del progetto stesso, all’interno dello spazio aereo del PISQ. Si è trattato di una sperimentazione che ha visto anche la collaborazione, per quanto riguarda la parte clinica, dell’Unità Operativa Complessa Neurologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari e dell’Istituto Auxologico di Milano (IRCCS) e, per quanto riguarda la consulenza in materia regolatoria, dell’Ente Nazionale Aviazione Civile (ENAC). Con l’ausilio degli stessi partner, il successo della sperimentazione venne raggiunto anche nel febbraio 2020 quando al puntatore oculare fu associato un rilevatore di onde cerebrali interfacciato grazie all’innovativo software ideato dal socio 3DAerospazio. In particolare, un operatore è stato in grado di comandare il drone impiegando, a seconda delle necessità, o lo sguardo o il pensiero. Con i test eseguiti si è così dimostrata la possibilità di sfruttare la tecnica basata sul controllo mentale e si è inoltre sperimentata la sinergia di utilizzo delle due tecniche in contemporanea mediante l’impiego del software innovativo sviluppato. I risultati acquisiti comportano l’innegabile vantaggio di poter controllare il drone con più ampi margini di sicurezza; infatti il controllo mentale, se pur già sperimentato in diverse occasioni, è ancora da considerarsi in piena fase evolutiva per quanto riguarda l’affidabilità e la precisione del comando, in quanto gioca un ruolo fondamentale lo stato d’a- nimo dell’operatore. Con la fusione dei due sistemi di controllo governata dal software appositamente sviluppato si ovvia a questa problematica permettendo una regolazione totale e puntuale grazie alla presenza del puntatore oculare già ampiamente testato. Nel Giugno 2021 è stato possibile completare con altrettanto successo le sperimentazioni previste integrando i partner già coinvolti con il Soccorso Alpino e Speleologico Sardegna e permettendo anche alle persone costrette all’immobilità, quali i pazienti affetti da SLA, di contribuire alle operazioni di ricerca e soccorso in ambiente impervio, con l’analisi delle immagini riprese da un drone. Con le sole capacità di scanning visivo delle immagini di un operatore costretto all’immobilità e con un sofisticatissimo supporto tecnologico, da chilometri di distanza è stato possibile ricevere le immagini dai droni in tempo reale, ed elaborando mentalmente le informazioni, fornire le indicazioni alle squadre di ricerca. Il successo delle operazioni è giunto dopo una lunga preparazione ed ha richiesto una intensa applicazione di oculometri che, mediante i loro sensori, rilevavano i movimenti dello sguardo, misuravano la reattività delle capacità cognitive e sono stati in grado di trasformare i deboli segnali in azioni efficaci. Il risultato perseguito, oltre agli obiettivi terapeutici nei confronti dei soggetti affetti da simili malattie, che possono riguadagnare una identità all’interno della società senza controindicazioni fisiche e psichiche, apre vasti orizzonti in una variegata gamma di campi di applicazione, di cui quello narrato, benché importantissimo, non è che il primo timido passo.
Nel dicembre 2020, i soci INAF, Università di Cagliari e 3DAerospazio hanno effettuato i test dei prototipi RADAR per il rilevamento di droni presso l’aviosuperficie Aliquirra a disposizione del distretto mediante apposito contratto di locazione. Durante i test, che sono stati effettuati sia con il nulla osta del PISQ sia grazie alla fattiva collaborazione e supporto del personale del Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna, si è assistito al decollo di diverse tipologie di velivoli senza pilota a varie quote e velocità. Nel corso della sperimentazione, sono stati simulati diversi scenari, riproducendo le reali condizioni operative che potrebbero presentarsi in un usuale contesto urbano o aeroportuale. I prototipi testati, che si basano rispettivamente sullo sviluppo di un RADAR commerciale marino a compressione di impulsi operante in banda X e sulle potenzialità offerte da schede di acquisizione dati di tipo commerciale operanti in banda C con modalità CW, hanno mostrato una significativa capacità di rilevamento dei droni, confermando i buoni risultati già evidenziati nel corso dei test preliminari condotti nelle aree di pertinenza dell’INAF che ha coordinato le attività denominate RADARDRONE.
A dicembre 2018 è partito Generazione E, il primo progetto di livello nazionale che vede come capofila il distretto. Uno specifico capitolo è dedicato a questo importante risultato che dimostra le potenzialità della compagine distrettuale di giocare un ruolo non trascurabile anche nello scenario nazionale.
Nel gennaio 2019 il distretto venne invitato a tenere presso il PISQ un seminario che illustrasse le possibili linee di sviluppo dell’aerospazio in Sardegna che andavano delineandosi, in chiave civile, con sempre maggiore chiarezza. L’episodio non sarebbe di per sé particolarmente rilevante se non fosse che ad una rappresentante dei gruppi antimilitaristi venne consentito, probabilmente per la prima volta nella storia del poligono, l’ingresso all’interno di quest’ultimo per poter seguire il seminario. Anche questo aspetto non sarebbe forse degno di nota ma, elemento decisamente più significativo, la rappresentante citata chiese la parola al termine del seminario per sottolineare che le future attività aerospaziali descritte, con particolare riferimento a quelle che si sarebbero tenute all’interno del PISQ, rappresentavano senza alcun dubbio importanti spunti di riflessione, in relazione all’utilizzo dei poligoni militari anche per applicazioni di tipo civile, che meritavano un’attenta riflessione da parte del mondo antimilitarista.
Nel luglio 2019 il distretto si è fatto promotore dell’organizzazione di uno specifico evento per la celebrazione del cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna. La proiezione di un video del primo allunaggio ha consentito di rivivere momenti di pura emozione per l’impresa che ha rappresentato, come disse l’astronauta Neil Armstrong, un piccolo passo per l’uomo e un grande passo per l’umanità. In questo contesto si è tenuta la presentazione del libro edito da Rubettino “Geopolitica dell’esplorazione spaziale – La sfida di Icaro nel terzo millennio” da parte dell’autore Marcello Spagnulo. Il testo evidenzia, con stile molto efficace, come le conquiste frutto dell’esplorazione spaziale abbiano consentito di scoprire l’immensa fragilità del nostro pianeta e della nostra stessa vita su di esso. Parallelamente, il libro si sofferma sul fatto che i satelliti e le stazioni spaziali abbiano permesso anche un altro tipo di conquista per la supremazia politica ed economica sulla Terra, ovvero un dominio geopolitico terrestre con strumenti extraterrestri. Per mezzo secolo, infatti, il bipolarismo USA/URSS ha segnato la “Corsa alla Luna”, e il sogno millenario di calpestarne il suolo è stato la cortina ideale per mascherare il confronto militare che spingeva l’uomo lontano dalla sua casa terrestre. Il libro fornisce anche chiari messaggi strategici che partono dalla constatazione che nuovi attori come la Cina si uniscono a Russia e Stati Uniti nella “Corsa allo Spazio” per imporre il proprio ruolo geopolitico sulla Terra, mentre i paesi europei sembrano smarrire il loro peso politico globale senza volersi rendere conto che l’esplorazione spaziale del nuovo secolo potrebbe assumere forme che oggi sembrano fantascientifiche, ma che diventeranno molto probabilmente reali. L’evento si è concluso con una interessante tavola rotonda moderata brillantemente dalla Direttrice di Airpress Flavia Giacobbe che ha posto stimolanti quesiti ai partecipanti prendendo spunto dai temi trattati nel libro. Alla tavola rotonda sono intervenuti tra gli altri il Presi- dente del Distretto Aerospaziale dell’Emilia-Romagna Gaetano Bergami, il Chief Technology Officer della società Telespazio S.p.A. Marco Brancati, il Direttore di ENAC in Sardegna Marco Di Giugno, il Deputato della Repubblica Italiana per Fratelli d’Italia e componente dell’Intergruppo parlamentare per il settore aerospaziale Ylenja Lucaselli e il Vice Capo dell’Ufficio Generale per lo Spazio dell’Aeronautica Militare Aniello Violetti.
Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 si concretizza il progetto di maggiore rilevanza in termini di investimento e di visibilità anche internazionale che ha visto il distretto in prima fila con un significativo e imprescindibile ruolo di supporto e accompagnamento del socio Avio al fine di dare vita all’insediamento industriale SPTF “Space Propulsion Test Facility” che prevede la costruzione di un banco di prova per motori a liquido (LRE, Liquid rocket engines) e di un impianto per la realizzazione di componenti in composito carbonio-carbonio a Perdasdefogu, all’interno del PISQ. Il progetto, di circa trenta milio- ni di euro finanziato da Avio in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico e dalla Regione Sardegna, prevede come primo obiettivo la realizzazione del banco di prova LRE destinato all’esecuzione di test per lo sviluppo e la qualifica di motori “green” alimentati a propellenti criogenici ad alto contenuto tecnologico ed innovazione. Parte integrante del Progetto SPTF è inoltre l’attività di ingegneria che continuerà ad essere svolta nella sede di Villaputzu aperta da Avio anche per poter seguire più agevolmente le attività presso la piattaforma di test di motori a propellente solido installata fin dall’inizio del 2018, sempre all’interno del PISQ in località Capo San Lorenzo. Anche la Giunta guidata dal Presidente Christian Solinas ha dimostrato di credere fortemente e di investi- re con convinzione nel settore aerospaziale, motore di sviluppo delle nuove tecnologie e traino per la crescita e l’occupazione nei territori ponendo quindi la Sardegna sempre più come centro di riferimento nazionale per la ricerca e l’innovazione e attrattore di imprese e investimenti. Appare doveroso sottolineare che nei primi tre anni di attività è previsto l’impiego di oltre venti dipendenti, che arriveranno, a regime fino a trentacinque unità. Non è superfluo evidenziare che le professionalità richieste sono altamente specializzate e costituite da ingegneri, chimici, informatici, e tecnici.
Il DASS è particolarmente lieto di aver contribuito all’attrazione in Sardegna di un attore di grande spessore nel settore, anche a livello internazionale. Infatti, con questo investimento inaugurato nell’ottobre 2021, la regione Sardegna diventa un punto di riferimento tecnologico per la propulsione aerospaziale in Italia e nel mondo con importanti ricadute in termini occupazionali e di immagine.
Si ritiene significativo evidenziare che l’investimento ha luogo in una zona interna dell’isola ed in particolare all’interno di un poligono militare che quindi può giocare un importante ruolo per la crescita e lo sviluppo anche in settori di tipo civile. In questo modo il distretto sta inoltre contribuendo ad agganciare il comparto italiano aerospaziale che marcia con quattordici miliardi di euro di fatturato, settantamila occupati diretti e centosessantamila indiretti.
La visibilità acquisita dal distretto nel campo dell’esplorazione dello spazio profondo anche attraverso l’acquisizione dei brevetti internazionali precedentemente citati ha consentito di siglare nell’agosto 2020 un interessante protocollo d’intesa con l’Università di Adelaide in Australia per sviluppare congiuntamente tecnologie per l’utilizzo delle risorse in situ, ovvero estrarle e sottoporle a specifici processi per produrre i mate- riali desiderati sul posto, che mirano a rendere possibili le missioni a lungo termine sulla Luna, su Marte e oltre. L’Università di Adelaide è dotata infatti di un centro per le risorse planetarie e spaziali sostenibili che riunisce i punti di forza per l’esplorazione, l’estrazione mineraria, la produzione e l’elaborazione della ricerca per affrontare le sfide dell’esplora- zione planetaria a lungo termine, garantendo al contempo l’applicazione a breve termine sulla Terra. Il protocollo prevede di condurre attività sperimentali e di modellazione di processo congiunte nei campi della lavorazione dei minerali nello spazio, dell’agricoltura spaziale come pure dei processi biologici e medici.
Un altro significativo protocollo d’intesa è stato siglato nell’ottobre 2020 con l’Associazione “La Sardegna verso l’Unesco” che ha presentato alla Commissione italiana Unesco la proposta di inclusione degli oltre 6000 siti nuragici presenti nell’isola quale patrimonio dell’umanità. L’azione rientra nell’imperativo, per un Paese civile, di porre in essere adeguate politiche di protezione e tutela del patrimonio culturale non solo per alimentare la fruizione dei relativi beni in chiave turistica ma anche per evitare saccheggi come pure traffici illeciti di oggetti che possono favorire il crimine organizzato. Il distretto potrà contribuire in modo tangibile anche attraverso le competenze dei propri Soci alla mappatura uniforme, precisa, dettagliata del patrimonio nuragico sardo che potrà diventare centrale nella identità ed economia dell’isola.
Sempre ad ottobre 2020 il distretto ha inaugurato un ciclo di seminari sulla tematica “Sicurezza e Territorio” il cui scopo, contestualizzato all’interno di una serie di moduli formativi a carattere universitario, è stato quello di contribuire alla diffusione della cultura della sicurezza nel Paese, al fine di sensibilizzare la futura classe dirigente italiana, ovvero una parte consistente delle attuali fasce giovanili, sull’importanza strategica delle tematiche di sicurezza nazionale, peraltro sempre più complementari a quelle inerenti alla cultura della legalità.
Per questo motivo il ciclo di seminari si è rivolto primariamente a studenti iscritti a corsi di laurea triennale e magistrale, con relativa possibilità di acquisizione di crediti formativi a valle della presentazione dell’attestato di partecipazione ai diversi seminari di interesse. Ed è stata caldeggiata la partecipazione di operatori economici come pure di dipendenti delle Istituzioni nazionali, regionali e comunali per i quali è previsto il rilascio dello stesso attestato. Il progetto ha visto coinvolti, oltre ad esperti provenienti dal mondo accademico e della ricerca, esponenti delle Istituzioni, nonché attori provenienti dal mondo del giornalismo, delle organizzazioni internazionali (governative e non) e dell’industria di settore.
Il programma ha mirato a diffondere nei partecipanti una cultura della sicurezza, tanto in termini professionali quanto sul piano dell’interiorizzazione civica e valoriale del “bene sicurezza”.
Al termine del programma i partecipanti hanno acquisito una visione complessi- va delle principali sfide alla sicurezza contemporanea, nonché una conoscenza quanto meno basilare degli strumenti istituzionali, organizzativi e tecnico-operativi utilizzati sul piano nazionale e internazionale per affrontare tali sfide. Il programma ha offerto una panoramica sul concetto contemporaneo di sicurezza e le sue principali declina- zioni operative. Dopo una preliminare introduzione a possibili definizioni e significati di sicurezza, sono stati affrontati i principali approcci teorici all’analisi della sicurezza, nonché alcune delle più importanti questioni riguardanti la stabilità delle società contemporanee, tra cui rischi economico-finanziari, minacce cibernetiche, criminalità, terrorismo, conflitti intra-statuali, problematiche legate all’ordine ed alla sicurezza pubblica e minacce per l’ambiente, il patrimonio culturale, etc. Il programma ha fornito inoltre una visione su rischi di sicurezza afferenti alla globalizzazione e ai suoi molteplici effetti geopolitici e sociali, con particolare attenzione allo scenario italiano e a contesti regionali e settoriali di primario interesse per il nostro Paese. Il ciclo formativo ha inteso analizzare, inoltre, alcuni dei più rilevanti attori e strumenti tramite i quali l’Italia e la Comunità Internazionale affrontano le sfide riguardanti la sicurezza. Un programma così ambizioso si è potuto sviluppare grazie alla disponibilità di esperti del settore di chiara fama. Il Prefetto Carlo Mosca ha trattato il tema “Sicurezza e libertà” fornendo un in- quadramento generale sul concetto di sicurezza, la sua evoluzione nel tempo secondo le varie correnti di pensiero, soffermandosi in particolar modo sul rapporto fra il diritto di libertà e la sicurezza interna, sia quella primaria, assicurata dagli organi statali cui sono riconosciuti poteri autoritativi e coercitivi, sia quella secondaria, progressivamente affiancatasi alla prima per incrementare le risposte alle domande di sicurezza con il contributo di realtà private in grado di fornire alle istituzioni il proprio ausilio, senza per questo sostituirsi ad esse. Il Generale Carlo Magrassi si è soffermato sull’analisi della dimensione cibernetica come minaccia-opportunità, rappresentando una delle principali sfide alla sicurezza contemporanea, sia a livello internazionale che statuale, sia per le imprese che per il singolo cittadino, così come per una molteplicità di ambiti funzionali e produttivi. Questo modulo si è concentrato sui differenti modi di osservare il cyberspace e su alcuni degli strumenti che gli Stati possono utilizzare per disciplinarne la governance, con particolare attenzione alle infrastrutture sensibili. Il modulo “Sicurezza e patrimonio culturale” trattato dal Generale Roberto Riccardi ha inteso illustrare come gli attacchi al patrimonio e alla diversità culturale sono divenuti un fenomeno ricorrente nei conflitti armati contemporanei (ad es. Siria, Iraq, etc.), ma anche in tempo di pace e nelle democrazie stabili, dove saccheggi e traffici illeciti di oggetti e beni culturali favoriscono il crimine organizzato e l’insicurezza economica. A partire da tale premessa, ed anche con riferimento al ruolo svolto dall’UNESCO e dai caschi blu per la cultura dell’ONU, il modulo ha inteso mostrare come e perché la protezione del patrimonio culturale rap- presenta un imperativo politico, umanitario e di sicurezza. Il dottor Stefano D’Ambruoso ha affrontato il tema “Sicurezza e terrorismo” descrivendo l’evoluzione delle varie forme di terrorismo – sia esso di matrice interna che internazionale – che hanno caratterizzato la fine del secolo scorso e l’inizio del nuovo millennio, soffermandosi sulla natura e gli obiettivi di alcuni specifici gruppi. Il modulo “Sicurezza ed economia” presentato dal professor Paolo Savona ha inteso analizzare la correlazione tra sicurezza ed economia da due differenti prospettive, strettamente connesse: le risorse quale causa di insicurezza, ma anche quale strumento promotore di sviluppo, pace e stabilità sociale. Sono stati approfonditi entrambi i punti di vista e l’attenzione è stata focalizzata sulla dimensione- ne contemporanea della sicurezza economica nazionale (ad es. sicurezza del comparto economico-finanziario e degli assetti tecno-industriali, strumenti di politica di sicurezza economica quali il Golden Power, etc.).
Ad ottobre 2021 l’Università degli Studi di Sassari, il CRS4, il DASS, l’Università degli Studi di Cagliari e l’azienda Tolo Green Srl hanno depositato la domanda di un brevetto altamente innovativo che contribuirà ad ampliare la portata delle ricerche nel campo dell’astrobiologia, fino a immaginare un futuro in cui l’uomo possa arrivare su Marte. Grazie a un lungo e paziente lavoro di squadra che ha coinvolto ricercatori, ricercatrici e dottorandi degli atenei e degli enti di ricerca interessati, è stato possibile mettere a punto un terreno di coltura fertile per l’alga spirulina, il nuovo “oro verde”, che cresce in condizioni di vita extraterrestri. A gravità quasi pari a zero, raggiunta tramite un apposito strumento chiamato clinostato equipaggiato per simulare l’atmosfera marziana, l’alga, fornita dalla società TOLO Green operante ad Arborea, prospera come dimostrano gli esperimenti condotti dal gruppo di ricerca della professoressa Antonella Pantaleo del dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Sassari. Dal 2006 il CRS4 e l’Università di Cagliari, come pure altri soci del DASS, stanno sviluppando importanti ricerche sulle microalghe che potranno consentire all’umanità di sbarcare sul pianeta rosso. L’alga spirulina, infatti, in ambiente extraterrestre può servire al duplice scopo di nutrire gli astronauti e generare ossigeno, utilizzando l’atmosfera marziana satura di anidride carbonica. Oggetto della domanda di brevetto è un kit composto da un clinostato e da una camera con atmosfera di anidride carbonica, che può riprodurre le condizioni extraterrestri come quelle marziane. Scopo di questo strumento è quello di consentire la crescita di microalghe in assenza di gravità, nonché valutare il comportamento in tali condizioni di cellule umane, vegetali e animali anche in atmosfera marziana simulata. Inoltre, il processo innovativo di coltivazione è oggetto del brevetto e interviene a migliorare un sistema già oggetto di brevettazione in passato. L’innovazione consentirebbe la limitazione del materiale da trasportare nel tragitto Terra-Marte utilizzando elementi disponibili in loco quali l’anidride carbonica atmosferica, il suolo marziano e l’urina degli astronauti per il sostentamento di missioni umane sul pianeta rosso. Infatti, utilizzando queste risorse sarebbe possibile coltivare su Marte alghe utili sia per la produzione di ossigeno sia per il sostentamento alimentare degli astronauti. In attesa della concessione della domanda di brevetto nei paesi che verranno selezionati come strategici, l’iniziativa rientra pienamente all’interno di uno scenario che vede il distretto capace di fare sistema sul territorio coordinando il lavoro dei soci coinvolti nel campo dell’esplorazione dello spazio.
A partire dall’ottobre 2021, grazie all’accordo stipulato dal socio Università di Ca- gliari con l’assessorato del Lavoro della Regione Sardegna e l’Agenzia sarda per le politiche attive del Lavoro (ASPAL), si sono svolti fino a novembre 2022 i master di secondo livello in Ingegneria dei sistemi aerospaziali e in Security awarness con il contributo imprescindibile del DASS e del CRS4. I due master, finanziati interamente dalla Regione Sardegna con un importo complessivo di centosessantamila euro e destinati alla forma- zione di laureati occupati o in cerca di occupazione, hanno consentito la frequenza ad un totale di 23 partecipanti, ciascuno dei quali ha ottenuto una borsa di studio del valore di 1000 euro, a copertura totale del master.
Il master in Ingegneria dei sistemi aerospaziali aveva l’obiettivo di arricchire le competenze specialistiche di ciascun iscritto finalizzandole alla realtà multidisciplinare delle attività aerospaziali, ad esempio quelle legate ai sistemi di bordo satellitari o ai suoi sistemi di guida e controllo. Il master si è concluso con otto corsisti che hanno svolto il tirocinio presso i soci CRS4 e Nurjana Technologies.
Il master in Security awareness aveva lo scopo di diffondere la cultura della sicurezza e degli strumenti istituzionali, organizzativi e tecnico-operativi utilizzati sul piano nazionale e internazionale per affrontare tali sfide. Il master si è concluso con quindici corsisti che hanno svolto il tirocinio presso gli uffici della Regione Sardegna e del DASS.
Nel marzo 2022, il distretto ha fornito un contributo imprescindibile, con riferimento allo spoke “Aerospazio” nel quale tutt’ora opera in veste di coordinatore, per il confezionamento della proposta progettuale e.INS (ecosystem of Innovation for Next generation Sardinia) guidata dal socio Università di Sassari. La proposta, successivamente approvata dal Ministero dell’Università e della Ricerca e resa operativa nel novembre 2022, prevede un valore complessivo degli interventi pari a centoventi milioni di euro ed è corredata da centoquindici collaborazioni formalizzate con soggetti pubblici e privati a livello regionale, nazionale e internazionale che concorreranno alle attività dell’ecosistema e che testimoniano l’elevato livello di interesse, partecipazione e sostegno del territorio.
Nel luglio 2023 viene presentato alla stampa il progetto Space manufacturing in-situ, seconda proposta progettuale a carattere nazionale che vede il distretto capo- fila, e che consente fattivamente di innescare un percorso auspicabilmente di successo, attraverso il progetto più ambizioso denominato Small mission to Mars a cui è dedicato uno specifico capitolo di questo libro nel quale entrambe le proposte progettuali vengo- no illustrate, al fine di consentire al sistema Paese il raggiungimento della superficie del pianeta rosso nel 2031.
Il resoconto presentato in questo capitolo dimostra inequivocabilmente una con- solidata capacità attrattiva del distretto sia nei riguardi di progetti industriali, come pure di ricerca e sviluppo, all’avanguardia sia con riferimento a soggetti imprenditoriali nazionali ed internazionali leader nel settore aerospaziale che congiuntamente hanno determinato un effetto finanziario moltiplicatore, relativamente alle iniziative proposte, pari a oltre cinque volte il sostegno pubblico regionale. Risultati probabilmente di maggior portata si sarebbero potuti ottenere se il distretto potesse disporre di una adeguata sede di rappresentanza. L’auspicio per il futuro non è soltanto legato al raggiungimento di quest’ultimo obiettivo ma anche all’allocazione di ulteriori dotazioni finanziarie, nella programmazione delle risorse comunitarie “Horizon Europe” per il settennio 2021-2027 unitamente a quelle del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, a vantaggio di altri progetti e investimenti nel settore aerospaziale sui quali il distretto è statutariamente operativo.
Tra questi non si può non citare l’iniziativa Small mission to Mars, descritta nell’apposito capitolo, che rappresenta il progetto più ambizioso non solo per il distretto ma probabilmente anche per l’intero Paese nel settore aerospaziale. Il progetto si inserisce naturalmente all’interno del dibattito lanciato dalla pubblicazione del libro di Marcello Spagnulo edito da Rubettino “Capitalismo stellare – Come la nuova corsa allo spazio cambia la Terra” che sottolinea la necessità che tale competizione non sia lasciata esclusivamente nelle mani di imprenditori che da un lato stanno, indisturbati, sfruttando per il momento la dimensione spaziale intorno alla Terra mediante costellazioni satellitari con conseguente creazione di una fiorente economia terrestre e dall’altro lato provvedono ad integrare i propri piani di impresa con nuove discipline e differenti settori di mercato quali ad esempio robotica, cibernetica e neuroscienze.
Giacomo Cao
Presidente del Distretto AeroSpaziale della Sardegna