
Parlano di noi



Che le pietre della Sardegna siano permeate di geometrie e matematiche rivolte al cosmo è ormai un fatto incontrovertibile. Fra esse si staglia un folto reticolato millenario fatto di pozzi sacri, mehir e costruzioni megalitiche interconnesse. Fra lo ieri e l’oggi, fra secoli di oscurantismo e cambi di visuale – dove lo sguardo al cielo passa alla terra grazie all’introduzione dell’energia elettrica – quello che è passato è, relativizzando il tempo universale, un battito d’ali. Non certo per l’uomo che per rivolgersi nuovamente al firmamento ha dovuto superare 4 millenni.
La Sardegna, in questo lungo avvicinamento al siderus non è rimasta certo a guardare, come testimoniano le importanti realtà sviluppatesi nel suo territorio a partire dal secondo dopoguerra.
Fra queste è da annoverare sicuramente il Poligono Interforze del Salto di Quirra, che ha visto ai suoi albori la direzione di Luigi Broglio, considerato il padre dell’astronautica italiana. Il Poligono ha visto gravitare nella sua orbita i più importanti player italiani e mondiali dell’industria spaziale: dal CNR alla NASA, dall’ESRO ad AVIO con un’attività di studio, ricerca, sperimentazione e test che ha portato ad oltre 70 anni di contributi alle missioni spaziali.
E come non citare, di li a poca distanza in linea d’aria, il Radio Telescopio SRT che a partire dalla sua inaugurazione nel 2013 ha captato e permesso agli scienziati di tradurre in dati segnali provenienti dagli angoli più remoti della galassia?!
Ciò che lega alcuni dei territori cardine del tessuto aerospaziale sardo è la loro marginalità e tendenza allo spopolamento. Ecco dunque che in questo scenario l’aerospazio diventa volano di crescita e attrattore di cervelli, capace di rafforzare il dualismo Sardegna-innovazione ma anche generare esternalità positive per i territori che, tendenzialmente a vocazione agropastorale, possono vedere una riconversione buona rispetto a quanto accaduto in passato con i tentativi del piano di rinascita.
Fra l’industria astronautica e il territorio, tuttavia, dalla sua genesi al primo decennio del secondo millennio è sempre mancata quella figura capace non solo di interagire fra diverse realtà, ma anche porsi come collante fra i settori produttivi e il territorio, così come fra i primi e la politica.
Un cappello necessario a tessere le fila di un settore che, a differenza di altri, non conosce crisi e l’ingresso di nuovi attori privati ne è la prova, con una capacità di fatturato, nel solo mercato italiano di oltre 7 miliardi e 22 mila addetti (2022).
E anche per quanto riguarda il DASS – Distretto AeroSpaziale della Sardegna, nato il 15 ottobre del 2013, i dati del suo primo decennio di vita sono in linea con il trend del settore.
Il lavoro portato avanti dal Presidente Giacomo Cao, alla guida del consorzio fin dalla sua genesi, ha portato a più che raddoppiare il numero dei soci presenti nella compagine, così come il proprio capitale sociale.
Ai 15 soci iniziali infatti se ne sono aggiunti ulteriori 18, tutti di alto profilo e capaci di portare competenze e internazionalità al già altissimo livello dei primi sottoscrittori. Ma i numeri più straordinari sono da ricercarsi nella capacità del DASS di attrarre investimenti attraverso le sue linee progettuali e generare un moltiplicatore pari a 4 per ogni euro di contributo pubblico ricevuto, per un valore complessivo di oltre 60 milioni di euro.
Oltre al valore prodotto, è bene ricordare anche quello intangibile: con abnegazione e costanza quotidiana da parte del Presidente, del CdA e dei suoi dipendenti, si è stati in grado di intessere rapporti interpersonali capaci di ampliare il proprio networking oltre ché firmare importantissimi protocolli d’intesa, frutto di una visione collaborativa e lungimirante; fra questi il più importante è sicuramente quello con il Ministero della Difesa per lo svolgimento di attività di studio, sviluppo e sperimentazione in campo spaziale ed aerospaziale di tipo civile, mettendo anche a disposizione proprie infrastrutture e mezzi.
E’ notizia recente che ora il Distretto guardi verso il Pianeta Rosso, con un progetto finanziato dal MUR che, tramite la messa a sistema di alcuni Brevetti di proprietà del DASS, si propone come primo passo per il supporto di future colonie umane, tramite il trasferimento sul suolo marziano di un macchinario per la produzione di brick utilizzando materie prime “in situ”.
Se dunque i nostri antenati che guardavano il cielo e sui disegni della volta celeste costruivano in terra, ora, passati i secoli, si sia scelto di ripartire dalla pietra, questa volta sonora, del logo del Distretto disegnato dallo scultore Pinuccio Sciola, per costruire traiettorie future capaci di costruire “pietre” su quel suolo marziano che un tempo sembrava irraggiungibile.
Che le pietre della Sardegna siano permeate di geometrie e matematiche rivolte al cosmo è ormai un fatto incontrovertibile. Fra esse si staglia un folto reticolato millenario fatto di pozzi sacri, mehir e costruzioni megalitiche interconnesse. Fra lo ieri e l’oggi, fra secoli di oscurantismo e cambi di visuale – dove lo sguardo al cielo passa alla terra grazie all’introduzione dell’energia elettrica – quello che è passato è, relativizzando il tempo universale, un battito d’ali. Non certo per l’uomo che per rivolgersi nuovamente al firmamento ha dovuto superare 4 millenni.
La Sardegna, in questo lungo avvicinamento al siderus non è rimasta certo a guardare, come testimoniano le importanti realtà sviluppatesi nel suo territorio a partire dal secondo dopoguerra.
Fra queste è da annoverare sicuramente il Poligono Interforze del Salto di Quirra, che ha visto ai suoi albori la direzione di Luigi Broglio, considerato il padre dell’astronautica italiana. Il Poligono ha visto gravitare nella sua orbita i più importanti player italiani e mondiali dell’industria spaziale: dal CNR alla NASA, dall’ESRO ad AVIO con un’attività di studio, ricerca, sperimentazione e test che ha portato ad oltre 70 anni di contributi alle missioni spaziali.
E come non citare, di li a poca distanza in linea d’aria, il Radio Telescopio SRT che a partire dalla sua inaugurazione nel 2013 ha captato e permesso agli scienziati di tradurre in dati segnali provenienti dagli angoli più remoti della galassia?!
Ciò che lega alcuni dei territori cardine del tessuto aerospaziale sardo è la loro marginalità e tendenza allo spopolamento. Ecco dunque che in questo scenario l’aerospazio diventa volano di crescita e attrattore di cervelli, capace di rafforzare il dualismo Sardegna-innovazione ma anche generare esternalità positive per i territori che, tendenzialmente a vocazione agropastorale, possono vedere una riconversione buona rispetto a quanto accaduto in passato con i tentativi del piano di rinascita.
Fra l’industria astronautica e il territorio, tuttavia, dalla sua genesi al primo decennio del secondo millennio è sempre mancata quella figura capace non solo di interagire fra diverse realtà, ma anche porsi come collante fra i settori produttivi e il territorio, così come fra i primi e la politica.
Un cappello necessario a tessere le fila di un settore che, a differenza di altri, non conosce crisi e l’ingresso di nuovi attori privati ne è la prova, con una capacità di fatturato, nel solo mercato italiano di oltre 7 miliardi e 22 mila addetti (2022).
E anche per quanto riguarda il DASS – Distretto AeroSpaziale della Sardegna, nato il 15 ottobre del 2013, i dati del suo primo decennio di vita sono in linea con il trend del settore.
Il lavoro portato avanti dal Presidente Giacomo Cao, alla guida del consorzio fin dalla sua genesi, ha portato a più che raddoppiare il numero dei soci presenti nella compagine, così come il proprio capitale sociale.
Ai 15 soci iniziali infatti se ne sono aggiunti ulteriori 18, tutti di alto profilo e capaci di portare competenze e internazionalità al già altissimo livello dei primi sottoscrittori. Ma i numeri più straordinari sono da ricercarsi nella capacità del DASS di attrarre investimenti attraverso le sue linee progettuali e generare un moltiplicatore pari a 4 per ogni euro di contributo pubblico ricevuto, per un valore complessivo di oltre 60 milioni di euro.
Oltre al valore prodotto, è bene ricordare anche quello intangibile: con abnegazione e costanza quotidiana da parte del Presidente, del CdA e dei suoi dipendenti, si è stati in grado di intessere rapporti interpersonali capaci di ampliare il proprio networking oltre ché firmare importantissimi protocolli d’intesa, frutto di una visione collaborativa e lungimirante; fra questi il più importante è sicuramente quello con il Ministero della Difesa per lo svolgimento di attività di studio, sviluppo e sperimentazione in campo spaziale ed aerospaziale di tipo civile, mettendo anche a disposizione proprie infrastrutture e mezzi.
E’ notizia recente che ora il Distretto guardi verso il Pianeta Rosso, con un progetto finanziato dal MUR che, tramite la messa a sistema di alcuni Brevetti di proprietà del DASS, si propone come primo passo per il supporto di future colonie umane, tramite il trasferimento sul suolo marziano di un macchinario per la produzione di brick utilizzando materie prime “in situ”.
Se dunque i nostri antenati che guardavano il cielo e sui disegni della volta celeste costruivano in terra, ora, passati i secoli, si sia scelto di ripartire dalla pietra, questa volta sonora, del logo del Distretto disegnato dallo scultore Pinuccio Sciola, per costruire traiettorie future capaci di costruire “pietre” su quel suolo marziano che un tempo sembrava irraggiungibile.
Distretto AeroSpaziale della Sardegna è una eccellenza italiana che conferma la capacità di innovazione del nostro Paese a livello internazionale. Inaugurato 10 anni fa e presieduto da Giacomo Cao fin dalla fondazione, il Distretto si occupa di uno dei temi imprescindibili del presente e dell’avvenire. Da ricordare che prima del cyberspazio, che è lo sfondo prevalente delle nostre attività, c’è lo spazio, una dimensione che amplia gli orizzonti di sviluppo dell’umanità. Allora oggi la Sardegna, regione del Sud, diventa sinonimo di sviluppo avanzato dimostrando che è possibile un futuro diverso puntando sull’innovazione e valorizzando il capitale umano.
Dinamico, lungimirante, operativo nell’ambito delle nuove tecnologie per l’esplorazione umana della Luna e di Marte, impegnato nello sviluppo di una piattaforma nazionale di prova e certificazione degli aeromobili a pilotaggio remoto, il Distretto Aerospaziale della Sardegna compie dieci anni ed è con piacere che ci uniamo ai festeggiamenti, ripercorrendone brevemente i successi che, come Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio, abbiamo seguito da vicino apprezzandone le strategie d’azione e l’avanzamento.
Realtà strutturata e fortemente attiva sia nel settore aerospaziale sia nell’astronomia e nell’esplorazione dello spazio profondo (ricordiamo il Sardinia Radio Telescope che nel 2017 ha assunto il ruolo di Sardina Deep Space Antenna unità operativa dell’Agenzia Spaziale Italiana inserita del Deep Space Network della NASA per il supporto di missioni lunari interplanetarie), il distretto sardo è all’avanguardia anche nei servizi di protezione civile e ambientale, nei sistemi di sorveglianza, tracciamento e previsione di rotte di oggetti in orbita terrestre; coordina progetti ed è unico proprietario di due brevetti internazionali.
In questi anni abbiamo visto il DASS crescere e rafforzarsi traguardando importanti obiettivi legati alla creazione e allo sviluppo di nuovi prodotti che ne hanno favorito il posizionamento, hanno generato attrazione di investimenti, crescita dell’indotto e nascita di numerose realtà aziendali attualmente attive sul territorio isolano.
Un’attività, quella del Distretto sardo, specializzata, professionalmente avanzata e lanciata verso la corsa all’innovazione.
Tanta la strada fatta dalle origini imprescindibilmente legate alla realizzazione al salto del Quirra del poligono sperimentale e di addestramento (PISQ) dalla cui attività si è generato un fermento di interessanti applicazioni che nel corso del tempo ha spaziato dalle sperimentazioni dai razzi ai vettori all’utilizzo di tutte le infrastrutture militari presenti sul territorio in chiave civile per finalità scientifiche e tecnologiche legate al settore aerospaziale, ciò grazie a specifico accordo con il Ministero della Difesa.
Ed è attraverso il prestigioso connubio con Avio, socio del distretto, che è stato possibile inaugurare le piattaforme di test dei motori del vettore Vega a propellente solido e liquido, sempre presso il PISQ.
Considerato quanto è stato conseguito e che simili risultati si raggiungono con l’unione delle competenze e un importante lavoro di squadra i nostri auguri si estendono alla Regione Sardegna dove l’aerospazio ha trovato interessanti sbocchi e a tutte le professionalità presenti sul territorio oggi impegnate a creare nuove prospettive, incentivare la trasversalità e generare progresso.